Gli inizi

di Andrea Servo

Enrico Rosso mi telefonò quel pomeriggio di primavera del 1991. “ Vorrei organizzare un corso di alpinismo con i ragazzi della Comunità di Chiavazza “ mi disse “Tu mi daresti una mano? “. Sulle prime rimasi spiazzato. Non mi sentivo affatto all’altezza in considerazione delle mie modeste capacità alpinistiche. Ma l’entusiasmo contagioso di Enrico “ non preoccuparti, vedrai che ci alleniamo tutti insieme “ e l’idea di poter offrire qualcosa di buono ai ragazzi della Comunità Speranza, che già frequentavo e che uscivano dal tunnel della tossicodipendenza mi fece dire di si.

La settimana successiva ci trovammo presso la sede della Pietro Micca insieme ad altri amici che Enrico aveva contattato. Anche se non ci si conosceva tutti, ebbi l’impressione che quella sera si fosse creato fin da subito un buon affiatamento e un desiderio di ritrovarsi insieme per fare qualcosa di bello che ci interessava. Capimmo fin da subito che l’organizzare il corso di alpinismo era l’occasione per mettere insieme qualcosa di più grande e di più stabile. Volevamo dar vita ad un gruppo di amici per andare in montagna in un modo nuovo, lasciando da parte lo spirito di competizione e non guardando solo ai risultati personali. Volevamo un gruppo nel quale non contasse solo chi è forte atleticamente o bravo tecnicamente ma dove tutti si sentissero valorizzati per quello che potevano fare e dare. Volevamo una nuova associazione!

Così nacque Montagna Amica. Il nome che avevamo scelto ci sembrava rispecchiare bene ciò che sentivamo dentro di noi. Partimmo subito decisi mettendo in piedi il nostro 1° corso. Ai ragazzi della comunità si unirono altri 3 o 4 allievi che Enrico sapeva interessati ad iniziare ad andare in montagna. Non avevamo una sede e così iniziammo a trovarci al Bar Americano di Chiavazza, gestito allora dal figlio di Pier Mario Miglietti, uno dei nostri amici. Tra tutti racimolammo e mettemmo insieme quel po’ di materiale e di attrezzatura che ci sarebbero serviti per il corso, visto che ovviamente non avevamo un capitale sociale. Le lezioni teoriche e pratiche si susseguirono con l’interesse di tutti e col favore del bel tempo e il 30 giugno terminammo il nostro 1° corso in vetta alla Piramide Vincent sul Monte Rosa: il nostro 1° 4000 tra l’entusiasmo e la felicità di tutti!

Come previsto continuammo a trovarci anche nei mesi successivi per andare in montagna insieme o anche solo per fare festa per un compleanno. L’anno successivo avremmo trovato una sede, quella che ancora oggi è la nostra sede sociale, ed avremmo ufficializzato di fronte ad un notaio la costituzione della nostra associazione. Montagna Amica non era più solo un progetto ma una nuova realtà nel panorama alpinistico biellese.

Un nuovo mondo, dei nuovi amici

di Luigi Sacco 

La mia famiglia ed i miei amici non frequentavano la  montagna, quindi iniziai a fare le prime esperienze “zaino in spalla” da solo, a cavallo tra gli anni 2002 e 2003, mosso da un’accesa curiosità per questo “nuovo mondo”.

In quel periodo un collega d’ufficio mi accennò dell’Associazione Montagna Amica; fu così che poche settimane dopo ci unimmo entrambi ad un’uscita sociale programmata nella Conca di Oropa.

Mi trovai subito a mio agio con il gruppo e con il capo gita (Marco Rainone); iniziai così a frequentare l’Associazione, partecipando poi alle gite escursionistiche estive ed “assorbendo come una spugna” i preziosi consigli dei “senior”, dai quali imparai le prime “malizie” dell’andar per monti.

Tre anni dopo, nel 2006, mi iscrissi al Corso di Alpinismo di Base ed in quell’occasione ritrovai, tra allievi ed istruttori, alcuni conoscenti (Cristina Grosso, Nicola Carrera ed  Andrea Cortese) che divennero poi miei abituali compagni di gite.

Il corso si rivelò formativo e molto appagante; l’armonia tra alcuni di noi corsisti fu ottima, tanto da farci organizzare nel settembre dello stesso anno la salita al Gran Paradiso e nel 2007 il Tour ad anello delle Dolomiti di Brenta, due bellissime esperienze.

Durante quegli anni e nel corso dei successivi ho avuto modo di stringere molte amicizie in Associazione, alcune delle quali si sono poi consolidate nel tempo e che ora non si limitano al solo andare in montagna.

Dal 2011 faccio parte del Consiglio Direttivo di Montagna Amica contribuendo, per quanto mi è possibile,  alla programmazione ed allo svolgimento delle attività della nostra Associazione.

Posso dire di aver davvero trovato il mio “nuovo mondo” e dei nuovi amici all’interno di un unica e speciale realtà.

In cammino

di Paolo Busolli

Frequentare Montagna Amica non è stato solo l’inizio di fantastiche scalate, posti sempre sognati ed immortalati nelle foto di libri, o il consolidare il rapporto con i compagni di cordata.
E’ stato un percorso che mi ha permesso, in questi ultimi due anni, di avvicinarmi al Cammino di Santiago ed a quello di San Francesco.
Questi cammini ho scelto di farli entrambi nel periodo invernale per isolarmi dalla confusione, per assaporare maggiormente la fatica e la conseguente soddisfazione.

Il primo non è stato completo, ma ho coperto 350 km raggiungendo Santiago e… la gioia e’ stata pari a quella che si prova quando si raggiunge una vetta.

Il secondo l’ho condiviso con il mio cane, Neva. Abbiamo coperto 220 km con 7000 mt di dislivello positivi e quasi 8000 mt negativi.

Sono stati entrambi avvenimenti della mia vita che in qualche modo mi hanno segnato e che forse Montagna Amica ha stimolato.

Una semplice esperienza di vita, una ricerca dell’essere come tante volte avviene durante una salita in montagna.

Buona camminata a tutti

Corso di Avvicinamento alla montagna 2007

di Marzia Pozzato 

Mi succedeva spesso da bambina di guardare il Mucrone da Pavignano dove vivevo e di chiedermi se un giorno, quando sarei stata grande, fossi mai riuscita a raggiungere la punta di quella montagna per me così bella. Immaginavo il percorso, la fatica, le emozioni che avrei potuto provare salendo tanto in alto.
Ancora non sapevo quanto tempo sarebbe passato e men che meno se avessi mai provato davvero quelle sensazioni. Credo che la vita sia una serie di momenti, di incontri, di esperienze, di crescita e che nulla capiti mai per caso, fu cosi che nel 2007, dopo una serie di situazioni ho trovato il coraggio di uscire dal mio solito giro, ho visto un volantino che presentava un corso di sci di fondo organizzato dall’ Associazione Montagna Amica. Ebbe cosi inizio la mia avventura con la montagna.
Avventura che mi ha portata a conoscere ragazzi fantastici in grado di trasmettere la bellezza e l’amore per la montagna in modo semplice, allegro e soprattutto, in amicizia. Perfino tra i miei compagni “allievi” ho trovato amici che da allora non ho più lasciato.
La cordata di montagna amica mi ha portata dove mai avrei pensato di arrivare : fino a toccare il cielo con un dito a 4.200 mt di altezza !
Ho realizzato il sogno che avevo da bambina e che sembrava ormai sopito per sempre, ho incontrato amici,
e soprattutto non ho più lasciato la montagna. . .  GRAZIE ragazzi !

Un viaggio in Sicilia

di Paolo Romano

Per salire una montagna, la cui terra è ricca di contrasti.

Dove le nevi incontrano l’acqua, dove un vulcano è amato, temuto, rispettato ed il suo respiro viene costantemente monitorato.

Quasi ad attendere con gioia ogni suo possibile risveglio, perché a’ muntagna … è viva.

Lo sguardo corre sui pendii innevati, lungo i canali e le creste, segue un’ipotetica linea di salita arrivando fin sulla vetta per poi soffermarsi incredulo e affascinato. Perché non sono nubi quelle che celano ai nostri occhi quel punto lassù, più in alto. Non nubi, bensì fumo.

Fumo che fuoriesce dalla terra, l’attrazione è immediata.

Una notte insonne fa presagire una salita carica di emozioni. Ci avviciniamo con calma, in silenzio. Un terreno per noi insolito, scura roccia lavica solidificata che crea forme astratte. Cerchiamo tra antiche colate il nostro passaggio, solo il forte vento fa sentire la sua voce. Uno sguardo verso il mare sotto di noi, poi la salita continua in un vortice di sensazioni.

Verso il pendio finale, che conduce al cratere sommitale, la neve si dirada, quasi scompare per lasciar posto alle fumarole. La terra brucia, l’aria è carica di zolfo. Togliamo gli sci, ci avviciniamo al bordo del cratere. Il fumo ci invade completamente, siamo felici.

Non possiamo restare, l’aria è diventata irrespirabile. Scendiamo sciando con il sorriso, lasciando le nostre “firme” sui pendii immacolati.

Il mare, laggiù, come un punto di riferimento ci aspetta per un bagno fuori stagione; una visita alla bella Catania, un cannolo, e torniamo a casa ancora una volta con gli zaini carichi di felicità.

Una vita in associazione

di Renzo Nevolo

Era domenica, io e il mio amico Enrico P. andammo al  Mombarone e lui mi disse: “Questa primavera vado a fare un corso d’alpinismo. Vieni anche tu?”  Io risposi subito di sì e nelle settimane seguenti incominciai a procurarmi l’attrezzatura.
Mi ritrovai così a frequentare l’Associazione Montagna Amica; era il secondo corso e come riferimento c’era la guida Andrea Formagnana.
Mi piacque subito lo spirito con cui si andava in montagna e così alla fine del corso decisi di aumentare la mia esperienza.
Nel corso di quell’anno conobbi Marco Rainone, subito dopo Massimo Roberto e  Nicola Carrera; tra di noi ci fu subito intesa ed incominciammo a fare nuove salite, tant’è che nel 94′ portammo a termine l’ascensione al Monte Bianco per  Via Francese ai Cosmiques, scendendo poi dal pericolosissimo Dome du Gouter, il tutto in totale autonomia.
In seguito, frequentando l’Associazione, conobbi anche Enrico Rosso, che  sentendo le nostre esperienze ci chiese di diventare struttori/accompagnatori.
Si pensò quindi di organizzare un corso specifico e dopo alcune uscite didattiche  superammo “l’esame” sulla Via 35 al Monte Mucrone.
Ed eccomi ad accompagnare le persone in montagna ancora oggi, dopo ben 22 anni,  e a trasmettere loro la mia passione, le sensazioni che si provano quando si raggiunge  una vetta o quando si guarda un paesaggio incantato, la soddisfazione per aver portato  a termine una via di roccia o nell’attraversare un pendio di neve immacolato, con le ciaspole  o gli sci.
Altrettanto appagante è il condividere con loro la gioia nel fare beneficenza ai meno abbienti o nell’organizzare serate con alpinisti famosi.
Ringrazio l’Associazione perché nel corso degli anni mi ha stimolato a crescere sempre di più a livello alpinistico, sino a conquistare vette molto ambite, come il Cervino, e a far parte, dal 2007 ad oggi, del Soccorso Alpino Nazionale.
Ho conosciuto molti nuovi amici, tutte persone che in questi anni sono passate da Montagna Amica,  alcune fermandosi, altre no, ma che hanno contribuito tutte a tenere in piedi la nostra Associazione.

Bivacco 

di Maria Chiara Ferraro Titin

Sediamo al tavolo con tre tedeschi.
Noi con il nostro minestrone liofilizzato cotto in neve sciolta, loro quasi maniacali nella preparazione di beveroni e cibo: misurini, contenitori, buste. Tutto perfetto. Li guardo. Il tempo passa, arrivano altri italiani, tre sloveni.
Un bivacco per sei persone deve allargarsi per far posto a 14: si espande nel silenzio o nelle troppe parole. Alla fine ognuno trova il suo spazio. Il tempo sembra non passare e l’aria sembra sempre meno.
Finalmente tra sacchi a pelo, coperte, panche e zaini il silenzio arriva. E con lui i respiri di ognuno.
Li ascolto.
Ogni respiro una vita diversa.
Lì, stipati, respiri e corpi sconosciuti che si toccano, tentiamo il riposo.
Piango.
Mi emoziona quell’essere li, a 4000 metri, con il corpo e i pensieri
legata a persone che come me si stanno ognuno adattando all’altro come non farebbero mai nel trascorrere quotidiano.
In silenzio, carichi di fatiche e aspettative per il domani, o ricchi dei pensieri di oggi.
Condivido acqua, cibo, respiro, affanni, dormiveglia con persone che domani non vedrò più , che domani usciranno da qua , al buio, in silenzio ( o quasi), per seguire sentieri diversi, per tracciare vie su neve appena caduta che ha cancellato ogni segno per cercare se stessi  in mezzo a montagne più grandi di loro.
La montagna è questo. E’ incontro, silenzio, rispetto. E’ respiro. Il cuore si espande: si e’ li, ognuno a fare i conti con se stesso. A volte neanche ci accorgiamo di quanta ricchezza ci sia in tutto questo.
E’ bello alzarsi al mattino, salutare,  uscire da quella porta zaino in spalla a cercare una nuova traccia, fuori e dentro di me: quei respiri ascoltati nella notte sono certezza per me che il bello c’è. basta aver voglia di cercarlo.
Grazie a chi con la sua esperienza mi ha accompagnata fin quassù con pazienza e rispetto dei miei tempi, a mio figlio che ha condiviso con me questa avventura, a chi fin da piccola mi ha portata in montagna, grazie a me per non aver mollato e grazie a Montagna Amica che con semplicità e disponibilità sempre illimitate mi ha iniziata a queste grandi avventure.